martedì 19 febbraio 2013

Il figlio (Lois Lowry)



Titolo: Il Figlio
Autore: Lois Lowry
Prezzo: € 9,90 cartaceo
€ 5,99 e-book
Pagine: 384, Rilegato
Editore: Giunti


TRAMA

Questa è la storia di Claire, ma anche di Gabe, Jonas, Matty, Kira e di molti altri personaggi dell’inquietante realtà distopica di The Giver.
Claire ha 14 anni, le è stato assegnato il ruolo di «Anfora» e ora sta per partorire. Nessuno le ha spiegato niente al Villaggio, dove i dolori del parto sono minimizzati come un breve «fastidio». Nessuno l’ha avvertita che dovrà portare una benda che le impedirà di vedere il suo «Prodotto». Così tutto sarà più semplice, la rassicurano i medici. Invece Claire subisce il primo cesareo della Comunità e viene «decertificata» e assegnata alla piscicoltura. I dottori perdono interesse per lei e dimenticano di prescriverle il medicinale obbligatorio che reprime ogni pulsione ed emozione. Claire è sconvolta da una sensazione di perdita: il suo unico scopo è trovare suo figlio. Al vivaio ittico incontra la ciurma della nave dei rifornimenti, giunta da un luogo sconosciuto chiamato «mare», e sarà proprio il mare a portarla dove vuole arrivare.



LA MIA RECENSIONE


"Avevamo solo tredici anni. Eravamo scalzi, ricoperti di fiori e travolti dall'ebbrezza del primo amore"

Ho appena finito di leggere questo incantevole libro e posso ritenermi molto soddisfatta.
“Il figlio” chiude la storia in maniera veramente eccellente in quanto mi sono sempre chiesta che fine avessero fatto Gabriel, Jonas e Kira e qui li ritroviamo ragazzi, adulti e con le loro vite che finalmente si sono incrociate, ma vediamo anche la storia di Gabriel sotto un altro punto di vista quello che probabilmente con “The Giver – Il Donatore” non avremmo mai immaginato.
Abbiamo appreso che nella Comunità tutto è permesso ma al contempo bandito; è consentito ad ognuno avere una famiglia, con una madre ed un padre sani e che ogni coppia abbia un figlio maschio ed una figlia femmina sani, ciascuno ha diritto ad un lavoro, ogni giorno vengono garantiti pasti caldi razionati a seconda del proprio peso così da evitare sprechi (forse l’unica cosa positiva di questa dittatura) ed un tetto sotto cui vivere… Ma tutto ciò, a che prezzo? I sentimenti sono controllati con le pasticche che tutti devono assumere giornalmente, l’amore non è amore, forse col tempo ci si abitua alla sposa o allo sposo così come ai figli, anch’essi frutto di una “catena” che deve procedere in un mondo talmente “perfetto” dove anche i più anziani non hanno mai visto la pioggia cadere e nessuno sa cosa significhi avere un animale domestico, un mondo dove il bene non esiste ed è continuamente sopraffatto - attraverso luccichii e sfarzi - dal male psicologico (e in casi estremi anche fisico) e non è permesso neanche sognare; ed allora il pensiero mi  sorge spontaneo: perché bramiamo sempre la perfezione quando in realtà essa si trova anche nelle più piccole imperfezioni? Non ci insegna forse questa saga che è nel difetto che si cela il grande coronamento  di ciò che in realtà cerchiamo?
Ne “Il figlio” , la storia è divisa in tre parti. Inizialmente incontriamo - per la prima volta - Claire che alla cerimonia dei Dodici viene assegnato il ruolo di Anfora, di partoriente, solo che qualcosa durante il parto va storto e quindi decidono di revocarle l’incarico e darle un’altra incombenza, ella però non può dimenticare che ha dato alla luce un figlio (tolto alla nascita, perché alle partorienti non è dato vedere i “neobimbi”  neanche durante il parto, difatti vengono bendate proprio per evitare ogni tipo di problema in quanto i bambini vengono poi affidati alle famiglie che ne hanno fatto richiesta) e per questo dopo alcuni mesi passati a rimuginare su cosa fare e cosa no, ce la ritroviamo nella seconda parte dove è quasi una donna e grazie ad Einar ed Alys, altri due nuovi personaggi, lavorerà su se stessa per cercare il figlio che le era stato tolto anni prima, e lo farà con tutte le sue forze finché, nella terza ed ultima parte, ella dovrà pagare il prezzo per poter finalmente rivedere quel bambino che oramai è diventato un ragazzo.
Non aggiungo altri dettagli perché altrimenti rischierei di fare spoiler al romanzo, quello che però mi sento di dirvi è: leggetelo! Ne vale veramente la pena, le ambientazioni, i personaggi, la scrittura, sono tutti elementi che fanno dimenticare la realtà ed inconsapevolmente riescono a fare immedesimare il lettore in tutte le vicende che andrà ad incontrare.
Un’ultima cosa: ho letto che molti consigliano di leggere la saga non per forza in ordine di uscita, io invece in parte mi dissocio da ciò in quanto penso che il primo “The Giver - Il Donatore” ed il secondo  “Gathering Blue - La Rivicita” possono anche non essere letti  in ordine di uscita, però è bene leggerli prima del terzo “Il  messagero” e soprattutto del quarto “Il Figlio”, in quanto se non avete letto i primi due, non potete gustarvi le soprese che si presentano in quest’ultimo.
Mi rendo conto di essere stata un tantinello prolissa, però non avrei saputo trasmettere i miei sentimenti per questo tomo in maniera più sintetica.

Alla prossima
Q.


VOTO


mercoledì 13 febbraio 2013

Il Meraviglioso Paese oltre la Nebbia (Kashiwaba Sachiko)



Una breve storia dal sapore orientale, magico e un po’ bizzarro, è forse così che la si potrebbe descrivere ma di certo non l’avremmo descritta molto bene, poiché è difficile riuscire a spiegare ciò che queste poche pagine trasmettono e ciò che riescono a lasciarti dentro anche dopo che te ne sei separato.
L’autrice Kashiwaba Sachiko scrisse questo libro nel 1987, ma è riuscito a giungere in Italia solo nel 2003, nel frattempo è stato spunto d’ispirazione per l’opera del regista Hayao Miyazaki che ne ha tratto un film d’animazione dal titolo “La città Incantata”. Nonostante il film abbia ricevuto molto successo e svariati premi, il libro è sempre rimasto un po’ nell’ombra, eppure sono proprio le pagine scritte che spesso ci danno le emozioni più grandi, che ci permettono di vivere il viaggio non solo attraverso i nostri occhi ma soprattutto nella nostra testa, senza osservare ciò che gli altri hanno costruito per noi, ma costruendo noi stessi  e vivendo in prima persona l’avventura.
A guidarci nelle pagine è Rina, una giovane ragazza, accompagnata dal suo ombrello col manico a forma di clown,  che su consiglio del padre decide di trascorrere le sue vacanze nella Valle della Nebbia, portandoci con lei in quella che scoprirà essere soprannominata “Strada Matta”. Superato lo scoraggiamento iniziale, Rina riuscirà a comprendere quanto quel nome le si addica, conoscerà molte persone, ognuno con la propria storia e con le loro particolarità a renderli unici, imparerà ad apprezzarle tutte, ma soprattutto capirà che per poter restare dovrà guadagnarsi il pane, perché nessuno può ottenere nulla senza  lavorare.
Una storia semplice ma che sa stupire con i suoi personaggi, in grado di tenerti compagnia e farti sorridere, e mentre la protagonista cresce e inizia a conoscere se stessa, anche noi vivendo con lei abbiamo l’opportunità di scoprire molte cose.
Impariamo a non pretendere nulla ma a fare con le nostre stesse mani, ad essere pazienti  e trovare sempre la soluzione giusta, ad andare d’accordo con un vecchio marinaio e con il suo pappagallo comprendendo che una dolce parola ne vale più di mille urlate, e mentre vorremmo passeggiare con la docile tigre, mangiare dolci che non fanno ingrassare oppure osservare il colore del sole che tramonta ad Ovest, o quello del vento di giugno ci rendiamo presto conto che la storia giunge al termine. Con non poca tristezza ci si separa da Strada Matta, così accogliente ed unica, ma basti pensare che se Rina avrà la fortuna di tornarci il prossimo anno a noi basta solo riapre il libro, tornando alla prima pagina per poter ricominciare a vivere tutto daccapo.
Sono storie, questa come altre, che ci fanno sempre sognare, speranzosi che un mondo così possa esserci davvero da qualche parte, e che presto possa capitare anche a noi un’avventura così prima o poi. La stessa autrice dichiara di essere cresciuta con le storie di “Mary Poppins” e con “Le Cronache di Narnia“ convinta che da qualche parte quei personaggi vivessero davvero e che lei doveva solo trovare il modo per raggiungerli, come noi anche lei con ogni libro immaginava di avvicinarsi ad un mondo diverso, prima di rendersi conto, però, che già il nostro mondo è popolato da così tante persone diverse e particolari che non c’è bisogna di inventarne altre, ma basta solo guardarsi intorno.

Buona Lettura
 Joanne    

Norwegian Wood. Tokyo Blues. (Haruki Murakami)




Titolo: Norwegian Wood. Tokyo Blues
Autore: Haruki Murakami
Prezzo: € 12,00 cartaceo
€ 6,99 e-book
Pagine: 399, Brossura
Editore: Einaudi



TRAMA

Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.



LA MIA RECENSIONE

"Forse per il fatto che ho aspettato tanto a lungo, io cerco qualcosa di assolutamente perfetto."

Amo Murakami, l’ho scoperto da qualche mese ed ho avuto quello che viene definito un vero e proprio colpo di fulmine. La scrittura, le citazioni, la poesia in ogni pagina fa sì che si possa passare sopra anche alle descrizioni che seppur minuziose tendono a ripetersi spesso (in 1Q84, mi sono spesso annoiata e a tratti infastidita per il continuo ripetere delle stesse cose, come se ogni tot di pagine il lettore si fosse dimenticato di quello che era accaduto).
Norwegian Wood è un libro che ho letteralmente divorato, mi sono rispecchiata nelle due protagoniste, così uguali eppure così diverse e poi sarà che si discosta molto dalle atmosfere surreali di Murakami, così che ho potuto apprezzare anche il suo lato più “reale” e meno fantasioso. Quello che ti fa amare questo libro è che quasi tutti siamo stati divisi per l’amore di più persone e quindi si riesce ad entrare bene nella storia, ad immedesimarcisi perfettamente; però, c’è anche qualcosa che di questo tomo mi ha lasciato delusa: il finale! Mi ha fatto storcere la bocca, mi sarei aspettata tutto tranne che finisse in quella maniera, ho rimuginato più e più giorni sul perché, ma a distanza di qualche mese ancora non ho trovato una risposta che mi soddisfi.
Infine, escludendo questo ultimo punto, è un libro che consiglio di leggere perché ti lascia dentro tante e cose e ti fa vivere anche ricordi che magari la mente ha messo da parte ma il cuore invece no ed è sempre lì a ricordarci che le nostre emozioni (belle o brutte che siano) sono indimenticabili.
Alla prossima.
Q.


VOTO


martedì 12 febbraio 2013

Quiet, Susan Cain


QUIET – Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare
Di Susan Cain


"Questo libro te lo devo regalare"
La mia avventura con Susan Cain è iniziata così.




Ancora un po' dubbiosa (e vagamente offesa per via del paragone con il pesce), ho dato un'occhiata al retro in cerca di un riassunto e ho deciso.Questo libro lo devo leggere”



MANIFESTO DEGLI INROVERSI

1. Esiste una definizione per “quelli che stanno troppo rintanati nella loro testa”: pensatori.
2. La nostra cultura ammira giustamente chi sa rischiare. Ma ora, più che mai, abbiamo bisogno di chi sa riflettere.
3. La solitudine può essere un catalizzatore dell’innovazione.
4. Gli sms hanno preso piede perché, in una società altamente estroversa, tutti fremono per una comunicazione asincrona, che non sia faccia a faccia.
5. Se vostro figlio preferisce lavorare in autonomia e socializzare con una persona alla volta, non c’è niente di male: semplicemente non corrisponde al modello standard.
6. La prossima generazione di introversi può e deve crescere nella consapevolezza della propria forza.
7. A volte fare il finto estroverso può servire. C’è sempre tempo per essere introversi.
8. Nel lungo periodo, però, essere onesti con il proprio temperamento è la chiave per trovare un lavoro da amare e che abbia significato.
9. Ognuno può brillare, sotto la giusta luce. Per alcuni è un riflettore di Broadway, per altri una lampada da tavolo.
10. Un nuovo rapporto autentico vale di più di una manciata di biglietti da visita.
11. Non c’è niente di male ad attraversare la strada per evitare una chiacchierata del più e del meno.
12. “Leadership introversa” non è un ossimoro.
13. Il desiderio universale di paradiso non ha tanto a che fare con l’immortalità, quanto con l’augurio di un mondo in cui tutti siano sempre gentili.
14. Se lo scopo della prima metà della vita è mettersi in gioco, quello della seconda metà è dare un senso al proprio percorso.
15. L’amore è essenziale, essere socievoli è un optional.
16. Con la gentilezza, si può scuotere il mondo. Gandhi



La nostra è una società che inneggia all'estroversione. L'io ideale è “espansivo, dominante, a proprio agio sotto i riflettori, preferisce l'azione alla meditazione, il rischio alla prudenza, la certezza al dubbio”. Chi non corrisponde a questo ideale cresce con l'idea di essere 'sbagliato' e spesso finisce per fingere di essere qualcosa che non è.

Questo libro analizza i vantaggi dell'introversione con numerosi esempi storici e di vita quotidiana in cui è facile riconoscersi, ricerca le cause biologiche dei vari tipi di personalità, descrive dei metodi utili per sopravvivere nella società senza rinunciare al proprio benessere interiore, ci fa conoscere delle popolazioni che vivono secondo valori differenti. Tutto questo senza mai cadere nell'errore di disprezzare le personalità estroverse, che anzi sono allo stesso modo fondamentali per l'equilibrio e l'evoluzione della società.Gli unici difetti che ho trovato sono le digressioni sulla borsa e un pizzico di America-centrismo.


Susan Cain ha fatto molto per la mia autostima e consiglio Quiet a tutti coloro che almeno una volta nella vita si sono sentiti dire “Perché non esci di più?Perché stai sempre zitto?Non fare l'asociale!Non essere timido.” e anche a chi queste frasi le ha pronunciate.







Glacialis

La casa sopra i portici (Carlo Verdone)



Titolo: La casa sopra i portici
Autore: Carlo Verdone
Prezzo: € 18,00
Pagine: 282, Rilegato
Editore: Bompiani



TRAMA

Carlo Verdone si racconta per la prima volta in un flusso di ricordi ricco, sorprendente, tenero ed esilarante. Si parte dalla giovinezza e dal vissuto nella mitica casa paterna, grande protagonista del libro: l'incontro con Vittorio De Sica, il rapporto con i genitori e i fratelli, gli scherzi (tanti, fulminanti), le prime esperienze sentimentali ma anche i drammi famigliari. E poi il cinema: i primi passi al Centro Sperimentale sotto la guida di Roberto Rossellini, la genesi dei film, i retroscena, gli aneddoti più inediti e divertenti, il rapporto con gli attori. Quindi le amicizie che hanno segnato la sua vita: Sergio Leone, Federico Fellini e Massimo Troisi. E senza tralasciare il grande amore di Carlo per la musica: i primi concerti di Beatles e Who, gli incontri con David Bowie, David Gilmour e Led Zeppelin. Un libro per scoprire un "privato" inedito e i molteplici aspetti di un regista, attore, autore che ha ammaliato, divertito, fatto riflettere generazioni di italiani. Un artista che - attraverso la sua trentennale carriera - ha tracciato un formidabile, lucido, disincantato e talvolta spietato ritratto del nostro paese



LA MIA RECENSIONE

Sono sempre scettica quando un attore si diletta a scrivere un libro, per questo quando “La casa sopra i portici” mi è stato regalato l’ho lasciato sullo scaffale per la bellezza di cinque mesi e sarebbe rimasto lì anche di più se quella notte, spinta dalla noia, non lo avessi aperto.
E’ stato un vero boom! Avete presente una ventata di aria primaverile che vi arriva sul volto all’improvviso? Beh, per me è stata la stessa cosa. Sì, penserete che starò esagerando (d’altronde si tratta solo di un attore no?) però vi assicuro che la sorpresa è stata tale che se avessi puntato dei soldi, avrei sicuramente perso la scommessa.
Carlo Verdone, in queste pagine, ci fa conoscere una parte di lui che probabilmente non avremmo mai immaginato; personalmente non ho mai pensato che potesse essere una persona così fragile (anche se magari in alcuni suoi film è evidente questa fragilità), abituati a vederlo nelle vesti del coatto romano si dimentica che dietro quella figura c’è anche un altro individuo, un individuo capace di non dire solo “O famo strano?” ma anche: “quella casa non era solo un luogo fisico o un semplice sfondo di eventi, bensì la protagonista della storia di una grande famiglia”.
Verdone ci dona le chiavi della sua vita che sin da bambino è parecchio movimentata;  in queste pagine ho riso ed ho anche pianto, soprattutto nella parte dove descrive il suo rapporto col grande Alberto Sordi (una morte che all’epoca accusai, non importa se una persona si conosca o meno, l’importante sono le emozioni che essa ci trasmette), ed anche qui ci fa conoscere dei lati di Albertone che mai avrei immaginato.
Che dire? Non vorrei scendere ancor di più nel mellifluo per cui concludo dicendo che consiglio questo libro a tutti; certo non vi aspettate un capolavoro letterario, però siate pronti ad assistere ad una miriade di ricordi che una persona (in questo caso un attore) ha voluto mettere nero su bianco, ed aggiungo che sarebbe bello se ogni persona di questo mondo avesse la possibilità di poter far leggere ad altri i propri ricordi, potremmo vivere centinaia di vite rimanendo sempre nella nostra.
Alla prossima.
Q



VOTO




lunedì 11 febbraio 2013

Cinquanta sfumature di grigio (E. L. James)




Titolo: Cinquanta sfumature di grigio
Autore: E. L. James
Prezzo: € 14,90 cartaceo
€ 6,99 e-book
Pagine: 548, Brossura
Editore: Mondadori


TRAMA

Quando Anastasia Steele, graziosa e ingenua studentessa americana di 21 anni incontra Christian Grey, giovane imprenditore miliardario, si accorge di essere attratta irresistibilmente da quest’uomo bellissimo e misterioso. Convinta però che il loro incontro non avrà mai un futuro, prova in tutti i modi a smettere di pensarci, fino al giorno in cui Grey non compare improvvisamente nel negozio dove lei lavora e la invita ad uscire con lui. Anastasia capisce di volere quest’uomo a tutti i costi. Anche lui è incapace di resisterle e deve ammettere con se stesso di desiderarla, ma alle sue condizioni. Travolta dalla passione, presto Anastasia scoprirà che Grey è un uomo tormentato dai suoi demoni e consumato dall’ossessivo bisogno di controllo, ma soprattutto ha gusti erotici decisamente singolari e predilige pratiche sessuali insospettabili…



LA MIA RECENSIONE

Ancor prima di leggere questo libro, ho capito che non faceva per me; chiamatelo senso sesto, fatto sta che a pelle già sapevo che non mi sarebbe piaciuto solo che, come si suol dire, non si può giudicare un libro dalla copertina per cui mi sono fatta “coraggio” ed ho iniziato a leggerlo.
Già dalla prima riga ho capito che il mio intuito non sbagliava: la scrittura ho trovato che fosse veramente banale, elementare, priva di enfasi , di spessore ma al di là di questo (che se la storia è ben condita ci si può passare sopra) proprio la trama in sé è aberrante. Sì, proprio aberrante, non riuscirei a trovare un altro termine e non parlo per il fatto che ci siano chiare descrizioni sessuali, quello è il minimo, ma per tutto il contesto.
Anastatia Steele, detta Ana già il soprannome è tutto un programma, è una giovane ragazza descritta come un piccolo anattracolo che però fa perdere la testa a tutti; lui, Christian Grey, è un quasi uomo, diventato ricchissimo e potentissimo non si sa come ed ha come hobby quello di sodomizzare qualche giovane donzella. Ana perde la verginità con lui ed è divertente apprendere che è l’unica donna ad aver avuto due orgasmi la prima volta a letto; ma andiamo avanti, vorrei evitare di spoilerare ma è così difficile non tirar fuori alcuni particolari… Per esempio, la signorina Ana ha un tic perché quasi in ogni pagina lei si morde il labbro, così come con la stessa frequenza usa le parole “ca**o” e “me**a”(veramente impressionante, non che mi scandalizzi per delle parolacce, ma inserirle in quasi ogni pensiero mi sembra veramente pessimo) per non parlare poi della sua Dea Interiore!
E’ inutile che sto a dire che non lo consiglierei a nessuno, questo tomo è diventato un caso editoriale solo perché il sesso, lo sappiamo, vende tantissimo; il libro non merita assolutamente il successo che ha avuto, e se è diventato un caso editoriale, è solo per il passaparola.
Vi starete chiedendo se ho letto anche le sfumature di nero e rosso, beh la risposta è NO! Il tempo è poco, i libri molti ed ho preferito sfruttare meglio il mio tempo.
Alla prossima.
Q.


VOTO


sabato 9 febbraio 2013

Recensione di un autore: Sergio Bambarén



Possono i nostri sogni essere raggiunti, condurci alla vera felicità, o è tutto una vana speranza, un’utopia? So per certo che tutti almeno una volta si sono posti questi interrogativi a cui, probabilmente, non hanno trovato risposta, o si sono arresi a cercarla,  ed è proprio sotto gli occhi di tutti questi lettori che voglio porre un nome: Sergio Bambarèn. Uno scrittore che pochi conosceranno,  ma che ha avuto l’arroganza di darci delle risposte, la presunzione di dirci dove risiede la felicità, e che con la sua scrittura semplice ed accessibile a tutti, con le sue frasi di speranza è riuscito a farsi apprezzare da milioni di lettori.
  Nato in Australia, ma vissuto per molto negli Stati Uniti, è un esperto surfista e, come lui stesso afferma nel prologo del suo libro “La Rosa di Gerico”, è ottimista fin dalla nascita e cerca di trasmettere questa sua visione a tutti colore che vogliono accoglierla,  perché nel suo pensiero anche solo una persona può cambiare il mondo. In tutti i suoi libri una figura essenziale è quella del mare, rivelando così il suo amore per esso e soprattutto per il surf,  ma caratteristica ancora più essenziale è il suo messaggio di speranza che inonda ogni pagina. Un esempio lo ritroviamo ne “L’Onda Perfetta”, in questo libro il protagonista, un importante capo aziendale, scopre che la sua vita piena di soldi e comodità è diventata passiva e monotona, stanco di tutto decide di cambiare e grazie all'aiuto di Simon riscoprirà la vera felicità che è situata nelle cose semplici di tutti i giorni, se solo sappiamo guardarle nel modo giusto.
  Dobbiamo crederci davvero, non importa l’età, non conta la vita che si è trascorsa fino a quel momento, possiamo sempre trovare la strada per la “spiaggia dei sogni”, ci siamo già stati dobbiamo solo ricordare la via che ci ricondurrà alla felicità. Lo stesso messaggio risiede in un altro suo libro, “Il Delfino”,  anche qui incita le persone a raggiungere i propri sogni, a non arrendersi perché se ci credi davvero nulla è impossibile. Se avete già letto il libro “Il Piccolo Principe” e “Il Gabbiano Jonathan Livingston”, noterete sicuramente che “Il Delfino” ha molto di questi due libri, parte della storia, la morale e gli stessi principi di partenza, ma ciò che colpisce il lettore non è la storia, ne le somiglianze con i due scritti citati sopra, ma la voglia di seguire i propri sogni e di crederci davvero fino in fondo.
  Nel caso in cui, però, non lo si apprezzi per questo, non potranno non colpirvi gli altri suoi libri in cui si nota sicuramente una scrittura più curata, più elaborata, anche se le storie sono sempre molto semplici e scorrevoli,  poiché ciò che l’autore tiene a mettere sempre in risalto è l’ottimismo e la speranza che trasudano da queste pagine. Alcuni titoli sono “Il Guardiano del Faro”, “Blu”, “Vela Bianca”, “Serena”,  e “Il vento dell’oceano”.
  Il suggerimento a questo punto è uno solo... Non arrendetevi mai, non rinunciate alla voglia di intraprendere quel meraviglioso viaggio verso i vostri sogni, verso la felicità, perché nulla è impossibile, chiunque voi siate credete sempre in voi stessi!



Buona lettura! 
Joanne

Cime Tempestos (Emily Brontë)



 Titolo: Cime Tempestose
Autore: Emily Brontë
Prezzo: € 7,00
Pagine: 445, Brossura
Editore: Giunti Editore S.p.a.
TRAMA
Per Heathcliff e Catherine la gioia più grande è fuggire nella brughiera e restarci tutto il giorno. Sono spiriti liberi, selvaggi, ribelli. A loro non importa delle convenzioni sociali, di cosa pensano gli altri nel vedere insieme lui, semplice stalliere, e lei, ragazza di buona famiglia. Si piacciono, si amano. Almeno fino a quando non entra in scena Edgar: bello, ricco e raffinato. È così che il cuore di Catherine si spacca: da un lato la passione divorante per Heathcliff, sua anima gemella; dall'altro l'attrazione per Edgar e le lusinghe di una vita aristocratica. Una storia senza tempo, il racconto di un amore tormentato e di un legame fortissimo, indistruttibile, così potente da sconfiggere la morte.
LA MIA RECENSIONE
La mia impressione, riguardo questo libro, è molto deludente; l'ho finito con molta fatica e non capisco come questo romanzo possa essere definito d’amore. 
Dalla prima all’ultima pagina, ho avvertito solo sentimenti di odio, di violenza e cattiveria e e le uniche frasi intense vengono inserite in discorsi dove di grazioso non c’è proprio nulla, quindi anche la citazione stessa per me ha perso di amenità e credibilità. 
Heatcliff non ama Catherine, ne è solo ossessionato e questa sua ossessione lo porta a rovinare due generazioni, addirittura ad odiare il figlio, il suo stesso sangue. 
C’è cattiveria in tutti i personaggi, nessuno escluso, anzi, forse solo Hareton si salva da questa cerchia di perfidi, l’unica vera vittima di questa storia. 
Mi aspettavo un capolavoro alla Jane Austen, ma c’è veramente un abisso e mi scuso con la Austen per aver provato a paragonarla con Emily Bronte. Il riassunto nell’ultima di copertina ti fa pensare ad un amore appassionato, un amore dolce con i suoi alti e bassi ed invece, già dalle prime pagine, capisci che qualcosa non va. Ho avuto addirittura il dubbio (nei primi tre capitoli) che la copertina fosse stata incollata su un libro diverso (e sono anche andata a controllare nella descrizione se c’era il nome Catherine, giusto per levarmi ogni dubbio). 
Sono stata tentata più di una volta di chiuderlo ed abbandonarlo a se stesso, ma so che prima o poi l’avrei ripreso quindi tanto valeva che mi togliessi subito il dente (ed il dolore). 
Per quanto sia un classico (e mi rendo conto di essere una delle poche voci fuori dal coro),  non so se mi sentirei di consigliarlo, probabilmente no, ma fa parte di quei tomi che almeno una volta nella vita vanno letti, per cui leggetelo! Anche se un libro vi lascia sensazioni negative ha comunque ampliato il vostro bagaglio culturale.
Alla prossima
Q

Voto

venerdì 8 febbraio 2013

Corvosità ['kɔrvozi'ta]

s.f.inv.

1 -Desiderio di sapere, di imparare; curiosità intellettuale
2 -Attrazione verso le cose strane, curiose; eccentricità
3 -Rivendicare l'inalienabile diritto a festeggiare <3



Tante menti, un unico blog e un solo scopo in comune: condividere con tutti le nostre passioni, aprire una porta per nuovi mondi, contagiare i nostri lettori con il gene della Corvosità!Come?Con recensioni, idee e tanto altro!