Alice Munro, scrittrice canadese
di 82 anni, è la vincitrice del Premio Nobel per la letteratura. Incredibilmente, i giurati dell’Accademia Svedese
non sono riusciti a contattarla telfonicamente e hanno dovuto lasciarle un messaggio
in segreteria.
E’ stata definita “master of the contemporary short story”:
“I want to
tell a story, in the old-fashioned way — what happens to somebody — but I want
that ‘what happens’ to be delivered with quite a bit of interruption,
turnarounds, and strangeness. I want the reader to feel something is
astonishing — not the ‘what happens’ but the way everything happens. These long
short story fictions do that best, for me.”
“Voglio raccontare una storia, alla vecchia maniera- qualcosa che
succede a qualcuno- ma voglio che quel ‘qualcosa che succede’ sia espresso con un po’ di interruzioni, cambi di
direzione, e stranezze. Voglio che il lettore senta che ci sia qualcosa di sbalorditivo-
non nel ‘qualcosa che succede’ ma nel modo in cui tutto succede. E sono i racconti lunghi a permettermelo al
meglio.”
Dall’età di 14 anni ha sempre saputo di voler fare la scrittrice ed è la
tredicesima donna e la prima canadese ad ottenere questo riconoscimento.
"A story is not like a road to follow... it's more like a house. You go inside and stay there for a while, wandering back and forth and settiling where you like and discovering how the room and corridors relate to each other, how the world outside is altered by being viewed from these windows. And you, the visitor, the reader, are altered as well by being in this enclosed space, wheter it is ample and easy or full of crooked turns, or sparsely or opulently furnished. You can go back again and again, and the house, the story, always contains more tha you saw last time. It also has a sturdy sense of itself of being built out of its own necessity, not just to shelter or beguile you."
“Una storia non è come una strada da seguire… è più come una casa. Entri
e ci resti per un po’, camminando avanti e indietro, fermandoti nei posti che preferisci,
e scoprendo come le stanze e i corridoi siano posizionati tra di loro, come il
mondo là fuori sia alterato per il fatto che lo guardi attraverso le finestre.
E tu, il visitatore, il lettore, vieni anche tu alterato dal fatto di essere in
questo spazio chiuso, che sia ampio e aperto o pieno di curve strette, arredato
in modo semplice o opulento. Puoi sempre tornare indietro e la casa, la storia,
contengono sempre più di quello che avevi visto l’ultima volta. Inoltre hai
sempre la sensazione che sia stata costruita per se stessa, che abbia un
proprio significato a prescindere da te, non esiste solo per proteggerti o
divertirti.”
Glacialis