Titolo: Il Figlio
Autore: Lois Lowry
Prezzo: € 9,90 cartaceo
€ 5,99 e-book
Pagine: 384, Rilegato
Editore: Giunti
TRAMA
Questa è la storia di Claire, ma anche di Gabe, Jonas, Matty,
Kira e di molti altri personaggi dell’inquietante realtà distopica di The Giver.
Claire ha 14 anni, le è stato assegnato il ruolo di «Anfora» e ora sta per partorire. Nessuno le ha spiegato niente al Villaggio, dove i dolori del parto sono minimizzati come un breve «fastidio». Nessuno l’ha avvertita che dovrà portare una benda che le impedirà di vedere il suo «Prodotto». Così tutto sarà più semplice, la rassicurano i medici. Invece Claire subisce il primo cesareo della Comunità e viene «decertificata» e assegnata alla piscicoltura. I dottori perdono interesse per lei e dimenticano di prescriverle il medicinale obbligatorio che reprime ogni pulsione ed emozione. Claire è sconvolta da una sensazione di perdita: il suo unico scopo è trovare suo figlio. Al vivaio ittico incontra la ciurma della nave dei rifornimenti, giunta da un luogo sconosciuto chiamato «mare», e sarà proprio il mare a portarla dove vuole arrivare.
Claire ha 14 anni, le è stato assegnato il ruolo di «Anfora» e ora sta per partorire. Nessuno le ha spiegato niente al Villaggio, dove i dolori del parto sono minimizzati come un breve «fastidio». Nessuno l’ha avvertita che dovrà portare una benda che le impedirà di vedere il suo «Prodotto». Così tutto sarà più semplice, la rassicurano i medici. Invece Claire subisce il primo cesareo della Comunità e viene «decertificata» e assegnata alla piscicoltura. I dottori perdono interesse per lei e dimenticano di prescriverle il medicinale obbligatorio che reprime ogni pulsione ed emozione. Claire è sconvolta da una sensazione di perdita: il suo unico scopo è trovare suo figlio. Al vivaio ittico incontra la ciurma della nave dei rifornimenti, giunta da un luogo sconosciuto chiamato «mare», e sarà proprio il mare a portarla dove vuole arrivare.
LA MIA RECENSIONE
"Avevamo solo tredici anni. Eravamo scalzi, ricoperti di fiori e travolti dall'ebbrezza del primo amore"
Ho appena finito di leggere questo incantevole libro e posso ritenermi molto soddisfatta.
“Il figlio” chiude la storia in maniera veramente eccellente
in quanto mi sono sempre chiesta che fine avessero fatto Gabriel, Jonas e Kira
e qui li ritroviamo ragazzi, adulti e con le loro vite che finalmente si sono
incrociate, ma vediamo anche la storia di Gabriel sotto un altro punto di vista
quello che probabilmente con “The Giver – Il Donatore” non avremmo mai
immaginato.
Abbiamo appreso che nella Comunità tutto è permesso ma al
contempo bandito; è consentito ad ognuno avere una famiglia, con una madre ed un
padre sani e che ogni coppia abbia un figlio maschio ed una figlia femmina sani,
ciascuno ha diritto ad un lavoro, ogni giorno vengono garantiti pasti caldi razionati
a seconda del proprio peso così da evitare sprechi (forse l’unica cosa positiva
di questa dittatura) ed un tetto sotto cui vivere… Ma tutto ciò, a che prezzo? I
sentimenti sono controllati con le pasticche che tutti devono assumere
giornalmente, l’amore non è amore, forse col tempo ci si abitua alla sposa o
allo sposo così come ai figli, anch’essi frutto di una “catena” che deve
procedere in un mondo talmente “perfetto” dove anche i più anziani non hanno
mai visto la pioggia cadere e nessuno sa cosa significhi avere un animale
domestico, un mondo dove il bene non esiste ed è continuamente sopraffatto -
attraverso luccichii e sfarzi - dal male psicologico (e in casi estremi anche
fisico) e non è permesso neanche sognare; ed allora il pensiero mi sorge spontaneo: perché bramiamo sempre la
perfezione quando in realtà essa si trova anche nelle più piccole imperfezioni?
Non ci insegna forse questa saga che è nel difetto che si cela il grande coronamento
di ciò che in realtà cerchiamo?
Ne “Il figlio” , la storia è divisa in tre parti. Inizialmente
incontriamo - per la prima volta - Claire che alla cerimonia dei Dodici viene
assegnato il ruolo di Anfora, di partoriente, solo che qualcosa durante il
parto va storto e quindi decidono di revocarle l’incarico e darle un’altra
incombenza, ella però non può dimenticare che ha dato alla luce un figlio (tolto
alla nascita, perché alle partorienti non è dato vedere i “neobimbi” neanche durante il parto, difatti vengono
bendate proprio per evitare ogni tipo di problema in quanto i bambini vengono
poi affidati alle famiglie che ne hanno fatto richiesta) e per questo dopo
alcuni mesi passati a rimuginare su cosa fare e cosa no, ce la ritroviamo nella
seconda parte dove è quasi una donna e grazie ad Einar ed Alys, altri due nuovi
personaggi, lavorerà su se stessa per cercare il figlio che le era stato tolto
anni prima, e lo farà con tutte le sue forze finché, nella terza ed ultima
parte, ella dovrà pagare il prezzo per poter finalmente rivedere quel bambino
che oramai è diventato un ragazzo.
Non aggiungo altri dettagli perché altrimenti rischierei di fare
spoiler al romanzo, quello che però mi sento di dirvi è: leggetelo! Ne vale
veramente la pena, le ambientazioni, i personaggi, la scrittura, sono tutti
elementi che fanno dimenticare la realtà ed inconsapevolmente riescono a fare
immedesimare il lettore in tutte le vicende che andrà ad incontrare.
Un’ultima cosa: ho letto che molti consigliano di leggere la
saga non per forza in ordine di uscita, io invece in parte mi dissocio da ciò
in quanto penso che il primo “The Giver - Il Donatore” ed il secondo “Gathering Blue - La Rivicita” possono anche
non essere letti in ordine di uscita,
però è bene leggerli prima del terzo “Il messagero” e soprattutto del quarto “Il Figlio”,
in quanto se non avete letto i primi due, non potete gustarvi le soprese che si
presentano in quest’ultimo.
Mi rendo conto di essere stata un tantinello prolissa, però
non avrei saputo trasmettere i miei sentimenti per questo tomo in maniera più
sintetica.
Alla prossima
Q.
VOTO