Una breve storia dal sapore orientale, magico e un po’
bizzarro, è forse così che la si potrebbe descrivere ma di certo non l’avremmo
descritta molto bene, poiché è difficile riuscire a spiegare ciò che queste
poche pagine trasmettono e ciò che riescono a lasciarti dentro anche dopo che
te ne sei separato.
L’autrice Kashiwaba Sachiko
scrisse questo libro nel 1987, ma è riuscito a giungere in Italia solo nel
2003, nel frattempo è stato spunto d’ispirazione per l’opera del regista Hayao Miyazaki che ne ha tratto un film d’animazione
dal titolo “La città Incantata”. Nonostante il film abbia ricevuto molto
successo e svariati premi, il libro è sempre rimasto un po’ nell’ombra, eppure
sono proprio le pagine scritte che spesso ci danno le emozioni più grandi, che
ci permettono di vivere il viaggio non solo attraverso i nostri occhi ma
soprattutto nella nostra testa, senza osservare ciò che gli altri hanno
costruito per noi, ma costruendo noi stessi
e vivendo in prima persona l’avventura.
A guidarci nelle pagine è Rina, una
giovane ragazza, accompagnata dal suo ombrello col manico a forma di clown, che su consiglio del padre decide di
trascorrere le sue vacanze nella Valle della Nebbia, portandoci con lei in quella
che scoprirà essere soprannominata “Strada Matta”. Superato lo scoraggiamento
iniziale, Rina riuscirà a comprendere quanto quel nome le si addica, conoscerà
molte persone, ognuno con la propria storia e con le loro particolarità a
renderli unici, imparerà ad apprezzarle tutte, ma soprattutto capirà che per
poter restare dovrà guadagnarsi il pane, perché nessuno può ottenere nulla
senza lavorare.
Una storia semplice ma che sa
stupire con i suoi personaggi, in grado di tenerti compagnia e farti sorridere,
e mentre la protagonista cresce e inizia a conoscere se stessa, anche noi
vivendo con lei abbiamo l’opportunità di scoprire molte cose.
Impariamo a non pretendere nulla
ma a fare con le nostre stesse mani, ad essere pazienti e trovare sempre la soluzione giusta, ad
andare d’accordo con un vecchio marinaio e con il suo pappagallo comprendendo
che una dolce parola ne vale più di mille urlate, e mentre vorremmo passeggiare
con la docile tigre, mangiare dolci che non fanno ingrassare oppure osservare
il colore del sole che tramonta ad Ovest, o quello del vento di giugno ci
rendiamo presto conto che la storia giunge al termine. Con non poca tristezza
ci si separa da Strada Matta, così accogliente ed unica, ma basti pensare che
se Rina avrà la fortuna di tornarci il prossimo anno a noi basta solo riapre il
libro, tornando alla prima pagina per poter ricominciare a vivere tutto
daccapo.
Sono storie, questa come altre,
che ci fanno sempre sognare, speranzosi che un mondo così possa esserci davvero
da qualche parte, e che presto possa capitare anche a noi un’avventura così
prima o poi. La stessa autrice dichiara di essere cresciuta con le storie di “Mary
Poppins” e con “Le Cronache di Narnia“ convinta che da qualche parte quei
personaggi vivessero davvero e che lei doveva solo trovare il modo per
raggiungerli, come noi anche lei con ogni libro immaginava di avvicinarsi ad un
mondo diverso, prima di rendersi conto, però, che già il nostro mondo è
popolato da così tante persone diverse e particolari che non c’è bisogna di
inventarne altre, ma basta solo guardarsi intorno.
Buona Lettura
Joanne
Infatti nemmeno io sapevo che esistesse il libro!Lo devo leggere... :)
RispondiElimina