venerdì 29 marzo 2013

L’amante di Lady Chatterley (di David Herbert Lawrence)



Titolo: L’amante di Lady Chatterley
Autore: David Herbert Lawrence
Prezzo: € 7,00 Brossura
Pagine: 464
Editore: Giunti
Collana: Y Classici


TRAMA

Connie è una giovane donna anticonformista e romantica. Il suo matrimonio con Clifford, un aristocratico gelido e insensibile, si rivela ben presto una gabbia dorata, e quando il marito torna infermo dalla guerra, la distanza fra loro diventa incolmabile. Oppressa dall'aridità che la circonda, Connie non può che essere attratta dalla sensualità magnetica di Mellors, il guardiacaccia della tenuta. Tra i due nasce una passione ardente, che cambierà per sempre il loro destino. Messo all'indice per oscenità appena uscì, questo romanzo rimane ancora oggi un autentico grido di libertà ed emancipazione. 


LA MIA RECENSIONE

Ho da poco finito di leggere “L’amante di Lady Chatterley” ed il mio giudizio è abbastanza positivo anche se ammetto che in alcuni punti l’ho trovato un po’ ponderoso.
La storia, nota ai più, parla di Connie Reid, una donna appartenente alla borghesia scozzese che, dopo la morte della madre, si trasferisce a Kensigton dove conosce Clifford Chatterley (di cui diventerà moglie, prendendo così il titolo di Lady Chatterley), ragazzo appartenente all’aristocrazia inglese che, in seguito ad una ferita riportata in guerra, diventa invalido perdendo purtroppo anche la sua virilità.
Sylvia Kristel  e Nicholas Clay
in una scena dell'omonimo film del 1981,
diretto da Just Jaeckin.
Quando il libro uscì, fu un vero scandalo in quanto le descrizioni forse per l’epoca erano un po’ troppo spinte anche se credo che a turbare la sensibilità dei lettori non fu tanto il tradimento in se stesso, ma il fatto che fosse avvenuto tra una donna aristocratica ed un semplice guardacaccia.  
Inizialmente (ma solo inizialmente) ho ammirato la coppia Connie/Clifford. Lei, nonostante tutto, si è presa cura di lui, anche se magari si sentiva più in obbligo che altro; Clifford invece, capendo che non poteva cambiare il suo essere, si è comportato in una maniera invidiabile nei confronti della moglie, sarà forse per il detto “occhio non vede, cuore non duole”, ma sicuramente tra i due c’era un’intesa che andava ben oltre il fattore fisico, intesa però che è stata subito sopraffatta dall’amore di Connie verso il guardacaccia, Oliver Mellors. Cosa dire su quest’ ultimo personaggio? Ambiguo, veramente molto ambiguo. Avete presente quelle persone che non si sa mai cosa provano? Ecco, Mellors è proprio così: un attimo ti fa provare la sensazione, senza ovviamente dirtelo, di essere la persona più amata di questo mondo, in un altro frangente, invece, ti fa sentire come se fossi solo il suo “oggetto sessuale”, anche se credo che per lo più lo faceva per una sorta di autodifesa personale, non tanto perché lo pensava veramente. Mi ha stupito, però, come mai un uomo che sembra così pieno di sentimenti altalenanti non abbia mai tratto la figlia in mezzo ai discorsi sull’avvenire, figlia per la quale ho provato tanta afflizione proprio per l’indifferenza con cui è stata trattata.
Ho apprezzato molto le minuziose descrizioni  della zona circostante la tenuta di Wragby, così limpide e chiare che non è stato difficile entrare nelle pagine ed assaporarne ogni profumo e colore.
Ho amato la maggior parte dei dialoghi, mi sono segnata tantissime citazioni che a mio parere sono anche uno spunto per riflettere ma, nel contempo, ho trovato che alcuni discorsi siano stati un po’ troppo prolissi e quindi pesanti, in particolar modo quelli tra Connie e Clifford. Parlavano, ma in loro c’era una sorta di poesia forzata che non mi ha convinta per niente ed a tratti mi ha fatto anche sbadigliare.
Il finale mi è piaciuto, l’ho trovato degno di un classico, anche se per un attimo mi ha spiazzata perché mi aspettavo qualcosina in più (che, ahimé, non posso dire perché altrimenti rivelerei dettagli importanti sul racconto).
Cosa aggiungere? Niente di più a parte il consiglio di leggerlo, perché è veramente ben scritto e la storia merita di essere letta e se siete amanti dei classici, allora non potete proprio perdervelo.
Via lascio con questa citazione ricca di sentimento:

“I momenti brutti non hanno mai fatto appassire i fiori, né l’amore delle donne. Perciò non spegneranno il mio amore per te, né la piccola fiammella che c’è tra te e me. […] Non importa, non importa, non torturiamoci. […]C’è tanto di te qui con me, che è un peccato che tu non possa essere qui davvero.”

E, nella speranza che le distanze (per ciò a cui si tiene) vengano sempre accorciate, vi ringrazio per l'attenzione vi saluto calorosamente.
Alla prossima.
Q.


VOTO

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